martedì 14 giugno 2011

La 59eme Demi Brigade d’Infanterie de Ligne è stata costituita il 30 Dicembre del 1798 da vari distaccamenti dell’Armata dell’Ovest. Viene trasferita nell’Armata d’Italia nel 1799. All’ inizio del 1800, la 59eme entra a far parte dell’Armata di Riserva a Digione, nella Divisione Boudet, insieme alla 9ème leggera ed alla 30ème. Dopo aver attraversato il Gran San Bernardo, assieme al resto dell’Armata, il 26 Maggio 1800 la 59eme partecipa allo scontro di Romano – Chiusella (insieme alle 6 ème – 9 ème - 30 ème - 40ème -22 ème ).Il 14 giugno del 1800 è presente a Marengo assieme alla 9 ème e alla 30 ème .In quel giorno, la 59eme Demi Brigade, forte di 1900 uomini, era inquadrata nella Brigata Guénand, insieme alla 30ème Demi Brigade composta a sua volta di 1450 fanti. La Brigata Guénand formava insieme alla Brigata Musnier (9ème D.B.leggera), la divisione Boudet. La Boudet, insieme alla divisione Monnier (19ème D.B leggera, 70ème e 72ème D.B. de ligne), al 1° Ussari ed al 3° Cavalleria, era posta agli ordini del Generale Louis Charles Antoine des Aix de Veygoux, più noto come Desaix. Nei giorni precedenti il 14 giugno, la Divisione Boudet rimaneva intorno a Tortona, distaccata dal resto dell’Armata e trovava accampamenti di fortuna sulle alture dette di Mongualdone e dei Piaggi a Sarezzano, mentre la 9ème si spingeva sul greto del fiume Scrivia, cercando un guado. Il 14 giugno verso le ore 10, mentre intorno al Fontanone, davanti a Marengo, la battaglia infuriava dalle prime ore dell’alba, la Divisione Boudet, ignara di tutto, riesce a guadare la Scrivia grazie all’aiuto dei contadini della zona, coordinati da un sacerdote, giacobino, Don Guasone. Tutta la Divisione è poi in Rivalta pronta a spingersi in ricognizione verso Pozzolo e Novi, in cerca degli Austriaci forse provenienti da Genova. Verso le ore 13 la divisione Boudet viene raggiunta da una staffetta con l’ordine di dirigersi al più presto verso S. Giuliano/Spinetta dove la battaglia infuria da ore. Probabilmente Desaix, di propria iniziativa, dopo aver sentito il rombo dei cannoni, ha già dato l’ordine alla Divisione di dirigersi verso Marengo. Verso le ore 16,30, la divisione marcia alla battaglia, bandiere spiegate, tamburi in testa che battono il passo, mentre tutto intorno i soldati dell’Armata, laceri, sfiniti, sporchi ed insanguinati, si stanno ritirando battuti. Verso le ore 17,30 la Divisione Boudet oltrepassa S. Giuliano con la 9ème in testa, con l’obiettivo di fermare gli Austriaci che avanzano da Spinetta su S. Giuliano.La 9ème carica in mezzo alle vigne, su tre ranghi, sulla sinistra della strada che da Tortona porta ad Alessandria. Poco più indietro c’è l’artiglieria di Marmont con una decina di cannoni; dietro l’artiglieria, a destra della strada, sono schierate la 30ème e la 59eme. Verso le ore 18,30 tutte e le tre brigate avanzano su due colonne d’attacco, per meglio passare tra le vigne. I cannoni di Marmont sospendono il fuoco per farle passare. Mentre tentano di spostare i pezzi, gli artiglieri si accorgono che molti traini sono rotti e inutilizzabili. I fanti della 30ème e della 59emesi attaccano, sotto il fuoco nemico, alle “bricoles”, trascinando a mano i cannoni contro gli Austriaci. In aiuto delle tre Brigate arriva la cavalleria di Kellerman, composta da due squadroni, che le appoggia nella loro avanzata sotto il fuoco nemico.Alle ore 19,15 le due Brigate avanzano contro il nemico ma, venendo prese di mira dai cannoni nemici, si arrestano e tornano al riparo nelle vigne. (Desaix forse è già morto). Boudet ordina alle due demi brigade di tornare all’attacco, queste allora si schierano a battaglia in linea, cercando in questo modo di offrire un bersaglio meno denso e profondo al fuoco dei cannoni austriaci. Mentre le linee sono in formazione, l’artiglieria nemica sospende il tiro per fa passare un reggimento di dragoni austriaci, che caricano la linea francese, ma vengono fermati prima dalla fucileria della 30ème e della 59eme e poi sbaragliati dalla cavalleria di Kellerman. Tra le 19,30 e le 21,00 l’Armata repubblicana è di nuovo presso la Bormida. La 9ème entra per prima a Marengo, seguita dalla 30ème e dalla 59eme, mentre gli Austriaci si ritirano oltre i ponti volanti sulla Bormida, sconfitti. Negli anni successivi: * Nel 1804 la 59eme entra a far parte della Grande Armée, nel VI corpo di Ney; * Il 9 Ottobre 1805 a Gunzburg si scontra con gli Austriaci del Feldmaresciallo D’Aspre; * Il 14 Ottobre 1806 partecipa alla battaglia di Jena; * Il 5 Febbraio 1807 prende parte allo scontro di Waltersdorf contro i prussiani; * Il 7 Febbraio 1807 prende parte alla battaglia di Eylau; * Il 14 Giugno 1807 si scontra a Friedland contro i russi. Nel Novembre del 1808 si scontra a Tudela con gli spagnoli; * Nel Maggio1809 parte del reggimento viene trasferito in Germania per la campagna contro l’Austria, con Massena; * Il 3 Maggio partecipa allo scontro di Ebelsberg; * Il 21-22 Maggio 1809 partecipa alla battaglia di Aspern-Essling, sotto il comando di Lannes; * Il 5-6 Luglio 1809 partecipa a Wagram; Dal 3 al 5 maggio 1812 prende parte alla battaglia di Fuentes De Onoro, agli ordini di Massena. * Nel 1809 comincia la campagna di Spagna;Tamames, Ciudad Rodrigo, Almeida, Bussaco, Redigña, Casalino. * Dal 3 al 5 maggio 1812 prende parte alla battaglia di Fuentes De Onoro, agli ordini di Massena. * Nel luglio 1812 entra a far parte dell’armata del Portogallo agli ordini di Marmont e partecipa alla battaglia di Salamanca. * Nel 1813 il reggimento di divide in 3 parti, il 4° batt. è trasferito a Danzica dove verrà catturato; il 2° ed il 3° batt. sono trasferiti in Germania, e agli ordini di Napoleone, prendono parte alla battaglia di Lutzen e a quella di Bautzen. Il I° batt. resta in Spagna, prendendo parte a tutta la sfortunata campagna che porterà l’Armata a ritirarsi in Francia. * Il 25 Luglio partecipa allo scontro di Col de Maya, mentre il 28-30 Luglio a quello di Sorauren. All’est nell’agosto del 1813 l’altra parte del reggimento combatte a Pirna contro i russi, a Katzbach ed a Dresda. * Nell’ottobre 1813 partecipa alla battaglia di Lipsia.In Francia, il 10 novembre 1813 combatte sul fiume Nivelle al comando di Soult. Successivamente il 10 aprile 1814 combatte a Tolosa. Segue l’abdicazione e la restaurazione. * Il 12 maggio 1814 il reggimento viene sciolto e viene ricostruito come 55°. * Il 13 marzo 1815 viene rinominato 59eme da Napoleone. * Il 16 giugno 1815, l’Armée du Nord, di cui fa parte la 59eme, sconfigge i Prussiani di Blucher a Ligny. * Il 17 viene posto sotto il comando di Grouchy; Il 18 – 19 giugno combatte a Wavre. Dopo la ritirata generale dovuta alla sconfitta di Waterloo, la 59eme combatte il 3 luglio a Issy, agli ordini del Gen. Vandamme, l’ultima battaglia prima della definitiva caduta di Parigi. Dopo questo episodio, la 59eme Demi Brigade viene infine definitivamente sciolta.

http://59medemibrigadeit.sitonline.it/

Londra - 07 Giugno 2011, ore 16:47 SPUNTA IL BICCHIERE DA VINO APPARTENUTO A NAPOLEONE BONAPARTE: USATO DALL’IMPERATORE NELL’ESILIO ALL’ELBA, SARÁ BATTUTO ALL’ASTA IL 15 GIUGNO A LONDRA Il bicchiere che verrà battuto all'astaPossiamo immaginare i suoi brindisi solitari al tempo dell’esilio, quando fu confinato nel 1814 all’isola d’Elba, mentre meditava forse la sua fuga sorseggiando vino italiano: adesso il bicchiere da vino appartenuto a Napoleone Bonaparte sarà venduto all’asta il 15 giugno da Bonhams a Londra. Si tratta di un calice in cristallo con la N incisa sopra, custodito in una pregiata custodia di pelle rossa, stimato tra le 2.000 e le 3.000 sterline. L’imperatore potrebbe averlo usato proprio nell’esilio all’Isola d’Elba nel 1814, perché è lì che nel 1817 fu dato dal governatore dell’isola, Giulio Giuseppe di Strassoldo von Graffenberg a James Chamness Fyler, i cui eredi sono gli attuali proprietari.


lunedì 17 maggio 2010

17 maggio

Napoleone a Mombello

Punizione ai ladri e saccheggiatori francesi

NAPOLEONE LADRO ?


(IV documento nei "Proclami, discorsi, scritti militari e politici di Napoleone")
"Quartier generale, Milano, 14 Vendemmiale, anno V (5 ottobre 1796)



PUNIZIONE DI UN SOTTOTENENTE
COLPEVOLE DI FURTO A UN PRIGIONIERO

"Il sottonente Rey, della 51a mezza brigata, si è permesso di derubare un ufficiale austriaco fatto prigioniero di guerra nell'ultimo combattimento di Governolo (MN).

I suoi compagni, indignati per tale condotta disonorante, si sono riuniti presso il comandante ed hanno deciso all'unaminità di denunciarlo al generale capo (Napoleone), domandandone la sua destituzione.

Il Generale in capo Napoleone ordina, in conseguenza di ciò, che il cittadino Rey sia provvisoriamente destituito dalle sue funzioni; che il presente ordine sia letto in sua presenza, davanti alla sua compagnia, e che egli sia immediatamente sostituito nel suo servizio.

Paludendo alla delicatezza dei valorosi ufficiali della 51a mezza-brigata, il generale in capo Napoleone, comanda che la presente decisione sia messa nell'ordine dell'esercito, e che la deliberazione dei suddetti ufficiali sia mandata al ministro della guerra, con la preghiera di farla inserire nei fogli pubblici, affinchè la Francia e l'Europa tutta conoscano i principi da cui sono animati gli ufficiali repubblicani". Napoleone



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(VII documento nei "Proclami, discorsi, scritti militari e politici di Napoleone")
Quartier generale, Forlì , 16 Piovoso, anno V (4 febbraio 1797)





PROCLAMA E DECRETO

PER REPRIMERE IL SACCHEGGIO NEGLI STATI ROMANI
"Soldati della divisione Victor e delle legioni transpadane e cispadana, io non sono contento di voi.

L'esercito d'Italia ha fino ad oggi sconfitto gli agguerriti eserciti dell'Imperatore mediante il suo valore e la sua intrepidezza; esso ha vinto le calunnie e la malevolenza, con la disciplina e l'umanità di cui ha dato prova; dovunque passò, fu proclamato l'esercito dei popoli vinti.

L'unica gloria che dobbiate acquistare nella vostra spedizione d'oggi è quella che risulta da un buon contegno; se si agisse diversamente, si perderebbe il frutto della nostra conquista.

Quindi, ordino la seguente disposizione:

"Ogni soldato che risulterà colpevole di aver colpito, o attentato in qualsiasi modo, alle persone o alle proprietà del popolo vinto, o avrà nel suo zaino delle cose rubate o prese con la forza, sarà fucilato davanti al suo battaglione". Napoleone

Napoleone Bonaparte giorno per giorno

Ritratto politico di Napoleone dettato da lui

Longwood (Sant'Elena) 1° Maggio 1816.

"In pochissime parole,


questa è la mia storia...

Invano,

gli storici inglesi taglieranno,

sopprimeranno,

mutileranno,

sarà per loro molto difficile

farmi scomparire totalmente.

E uno storico francese dovrà pure occuparsi dell'Impero! Dovrà pure, se avrà un po' di coraggio, restituirmi qualcosa, darmi la mia parte! Il suo compito sarà facile, poichè i fatti parlano, poichè i fatti brillano come il sole.

Io richiusi l'abisso anarchico, e districai il caos: ripulii la Rivoluzione nobilitai i popoli e consolidai i re. Eccitai tutte le emulazioni, premiai tutti i meriti, ed allargai i limiti della gloria. Tutto questo, è pure qualcosa! E poi, per quali fatti mi si potrebbe accusare, senza che uno storico potesse difendermi? Forse per le mie intenzioni? Ma non mancano ragioni per assolvermi. Forse per il mio dispotismo? Ma si potrà sempre dimostrare che la dittatura era assolutamente necessaria. Si dirà che ridussi la libertà? Ma uno storico potrà dimostrare che la licenza, l'anarchia, i grandi disordini erano ancora alle porte. Sarò accusato di aver troppo amato la guerra? Ma lo storico spiegherà ch'essa fu soltanto opera fortuita delle circostanze, e che furono i nostri nemici che ad essa condussero gradatamente.
Mi si rimprovererà, infine, la mia ambizione? Ah, certo, lo storico me ne troverà molta; ma della più grande e della più alta che, forse, sia mai esistita: quella di stabilire, di consacrare finalmente l'impero della ragione, ed il completo esercizio, l'intero godimento delle facoltà umana. E qui lo storico si troverà forse ridotto a dover rimpiangere che una simile ambizione non sia stata compiuta, soddisfatta!... In pochissime parole.... questa è la mia storia!"

"Tutti nascono anonimi come me, in una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta sull'uomo....."
http://cronologia.leonardo.it/napoleon/nap0000.htm

martedì 18 agosto 2009

Storia della fanteria leggera - parte 1


Parte 1 ( by CkC, 2009 )


In Europa sino alla Guerra dei Sette Anni


Le origini della fanteria leggera francese risalgono alle guerre di Luigi XIV ed in particolare alle compagnies franches che furono introdotte nella fanteria francese durante l’assedio del Lussemburgo nel 1684. Queste unità erano composte da volontari appartenenti alla borghesia francese, dette franche perchè in cambio del momentaneo arruolamento i partecipanti erano esentati dal pagamento delle tasse. Compagnie temporanee e incaricate dei vari servizi di ronda, controllo, approvvigionamento, scorta, tipiche di un assedio. Spesso erano note con il nome del loro comandante.

La prima unità permanente di questo tipo venne creata nel 1689 con il nome di Fusiliers de Montagnes reclutate nel Roussilion per servire nei Pirenei. Secondo il Cavalier de Giugnard, che servì con loro, portavano un abito in stile Miquelet con una giacca grigio-blu, colletto e polsini e cuciture blu. Le gambe erano nude e ai piedi portavano un semplice paio di sandali e indossavano una specie di cappello frigio, detto “ Berretta “.
L’armamento consisteva in un paio di pistole ed un moschetto corto in stile spagnolo e al posto della tromba avevano un corno.

La necessità della guerra in Catalogna e nel nord-est della Francia durante la guerra dei Nove Anni e quella di Successione spagnola ampliarono i compiti di queste compagnie franche fino a farle diventare molto simili a quelle di fanteria; ai compiti di guardia, avamposto e scorta si aggiunsero quelli di pattugliamento e combattimento in terreno aspro.

La maggior parte delle Compagnies franches venne sciolta nel 1715 ma la loro esperienza non venne dimenticata e durante uno dei campi di istruzione nel 1727 vennero condotti tre esperimenti sull’impiego di porzioni di fanteria in ordine aperto.

Nel primo esperimento una compagnia di granatieri venne disposta in ordine aperto davanti ad un battaglione disposta in linea. Dopo aver scaricato i moschetti i granatieri sfilavano a destra e a sinistra dello schieramento per ricaricare.

Nel successivo esperimento i granatieri ed il battaglione dovevano avanzare, una volta che i granatieri erano avanzati facevano fuoco, poi si ritiravano e i picchetti del battaglione in linea avanzavano a loro volta per sparare.

Il terzo esperimento, invece era sulla possibilità di coprire le ritirate con truppe in ordine aperto. I picchetti ed i granatieri uscivano dalla linea mentre il resto del battaglione si ritirava ordinatamente.

Per l’epoca in cui si svolsero questi esperimenti erano molto innovativi anche se però non vi era traccia che tali tattiche venissero utilizzate sul campo. Se non fosse stato per Maurizio de Saxe che nel 1732, traumatizzato dall’esperienza della Battaglia di Belgrado, ormai con poca fiducia nelle scariche serrate, che volle mettere sulla carta quallo che secondo lui sarebbe stato il sistema più interessante per massimizzare l’effetto del fuoco.

De Saxe affermava che quando ci si difendeva contro una fanteria avanzante sarebbe stato assai meglio avere una linea di tiratori 200 passi davanti al battaglione.
Questa linea di tiratori avrebbe iniziato a sparare quando il nemico si fosse trovato a 300 passi e questo fuoco attentamente mirato sarebbe continuato fino a quando il nemico non si fosse trovato a 50 passi. Dopo i tiratori si sarebbero ritirati negli intervalli tra le linee del battaglione.
De Saxe riteneva questo tipo di fuoco dieci volte più efficiente per moschetto rispetto a quello in ordine chiuso dove il soldato era intralciato dai suoi compagni d’arme e doveva far fuoco al comando quando magari ancora non era pronto e non aveva ancora risolto problemi o cilecche.

Sebbene il trattato di De Saxe, dal titolo Mes Rèveries venisse scritto nel 1732 fu pubblicato soltanto nel 1756 ed ebbe un enorme impatto. Copie dello stesso vennero trovate nelle colonie americane ad uso degli ufficiali della milizia.

Le Compagnie franche originali erano unità relativamente piccole, occupavano circa 70 uomini ma a partire dalla fine della guerra di Successione polacca, nell’ottica di una maggiore razionalizzazione, le compagnie confluirono in unità della dimensione di un battaglione con compiti di fanteria leggera.

Le compagnie Klienholdt ( 1719 ), Oge de Thiers ( 1727 ), Jacob ( 1727 ), Battembourg ( 1727 ), Galhau ( 1727 ), Chatevieux ( 1727 ), Dumolin ( 1727 ), La Croix ( 1727 ), Godernaux ( 1727 ), Provisy ( 1733 ), Duchemin ( 1734 ), Pincheny ( 1742 ), Massanne ( 1742 ), Bidache ( 1742 ), Damiens ( 1743 ), Gagneur ( 1744 ) vennero nel 1745 incorporate nei Volontaries Royaux.

I Volontaries Royaux, successivamente nel 1758 divennero Legion Royale per poi essere sciolti nel 1756, durante il servizio in Germania nella Guerra dei Sette Anni, avevano nei loro ruoli 950 uomini suddivisi in 15 compagnie di 90 uomini di cui una compagnia di granatieri ed una di pionieri.

L’uniforme dei Volontaire Royaux aveva la giacca blu scuro, con gilet e coulotte blu, ghette bianche, bottoni di piombo e un nastro d’argento sul cappello, che anticiparono i colori della divisa della fanteria leggera delle epoche successive.

Le compagnie di Dulimont ( 1727 ), Gouverner ( 1727 ), Le Noble ( 1727 ), Du Bayet ( 1742 ), confluirono nel 1744 negli Archibusiers de Grassin , un forte corpo formato da 900 fucilieri suddivisi in 9 compagnie a cui andavano aggiunti 100 granatieri in due compagnie.

Durante la Battaglia di Fontenoy ( 11 maggio 1745 ) gli Archibusiers de Grassin vennero gettati nel bosco di Barry per impegnare una consistente forza nemica anglo-hannoveriana.

Durante la guerra dei Sette Anni l’ordine aperto iniziò ad essere parte costante nelle battaglie.

A Sunderhausen ( 23 luglio 1758 ) 7 compagnie di granatieri vennero disperse di fronte a 12 battaglioni disposti in linea e tre altre compagnie di granatieri vennero disposte all’interno di un bosco sulla destra francese, mentre una forza irregolare leggera venne disposta sulla sinistra in un altro piccolo bosco.

Anche a Lutternberg ( 10 ottobre 1758 ) le forze regolari dell’esercito francese vennero precedute da truppe in ordine aperto.

Nella battaglia di Bergen ( 13 aprile 1759 ) una unità di volontari combattendo all’interno di un bosco con un reparto di fanteria di linea manovrò alternativamente in ordine sparso ed in colonna dimostrando la possibilità della fanteria leggera francese di manovrare come la fanteria di linea, almeno nei movimenti in formazione chiusa.

Il successo di queste tattiche portò il Maresciallo de Broglie a cercare di formare in ogni reggimento una compagnia di cacciatori permanente. Dopo la guerra questi continuò a lavorare per avere unità permanenti di schermagliatori in ogni movimento e nel 1764 un’ordinanza reale sanzionò la presenza di una sezione di schermagliatori per ogni colonna di attacco.




sabato 15 agosto 2009

Città di Venezia - Home - City of Venice - Città di Venezia - Il portale ufficiale della città

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Aforisma

«L'immortalità è il ricordo che si lascia nella memoria degli uomini. Quest'idea spinge a grandi imprese. Meglio sarebbe non aver vissuto che non lasciare tracce della propria esistenza.»

Ajaccio, 15 agosto 1769 .... nascita dell'Empereur

Visita a Brera nel segno del suo ideatore

COME IL LOUVRE - L'idea della Pinacoteca di Brera era la stes­sa del Louvre: fare della cultu­ra e della bellezza un patrimo­nio di tutti e non più solo un privilegio per pochi ricchi e no­bili. I musei, come l'istruzione, erano un diritto dei cittadini e, nel segno dell’égalité rivoluzio­naria ogni regno conquistato da Napoleone, doveva avere il suo museo pubblico nel quale confluivano soprattutto le spo­liazioni provenienti dalle istitu­zioni ecclesiastiche che l'impe­ratore sopprimeva in nome di quella laicità che è ancora oggi un valore profondo in Francia. Fu così che centinaia di di­pinti giunsero a Brera, soprat­tutto pale d'altare come quella dipinta da Piero della France­sca con Federico da Montefel­tro inginocchiato davanti alla Vergine in trono, requisita alla chiesa di San Bernardino di Ur­bino. Il viceré d'Italia, Eugenio de Beauharnais, figlio di Giuseppi­na, prima moglie di Napoleo­ne, aveva intanto provveduto a celebrare il sovrano con l'or­dinazione di una enorme scul­tura, la replica in bronzo di quella scolpita nel marmo dal più grande scultore del tempo, Antonio Canova, inviata a Pari­gi. Quella statua, una sfida all'arte greca, in cui Napoleone è ritratto nudo come Marte paci­ficatore, splendido e atletico quale non era nella realtà, arri­vò solo nel 1812 e si trova ora nel cortile d'onore della Pinaco­teca. Chi arrivò in tempo per l'inaugurazione della Pinacote­ca fu invece il calco in gesso servito come modello per la fu­sione: quel grande nudo, di una bellezza imbarazzante, fu collocato dentro il museo do­ve, dopo il restauro, ha ritrova­to posto lo scorso 5 maggio (giorno della morte di Napoleo­ne). È dunque lui, il piccolo gran­de corso, il personaggio attor­no cui ruota la festa di Ferrago­sto programmata dalla direzio­ne del museo: una intera gior­nata a ingresso gratuito che coinvolge anche l'orto botani­co e il museo astronomico e ve­de, nelle ore centrali della gior­nata la proiezione di due film, «Napoléon» girato nel 1927 da Abel Gance e «N - Io e Napoleo­ne» di Paolo Virzì con Daniel Auteuil e Monica Bellucci.

venerdì 14 agosto 2009

....ancora sulla Living History napoleonica...

Motivo trainante dell’invenzione della ricostruzione storica napoleonica si può supporre non possano essere soltanto le fulminee e fortunate vittorie che sono alla base del mito del giovane generale Bonaparte, seppur rinnovate, negli anni a venire da altri fattori che concorsero a consolidarlo, come l’abile propaganda e l’esaltazione degli artisti dell’epoca o il clima letterario dell’età romantica che collocò la figura del piccolo caporale della 1° Campagna d’Italia tra il mito e la leggenda.
Certo è che l’esaltazione di quel mito è arrivata quasi intatta sino ai giorni nostri, complice la coerenza della stessa vita di Napoleone che a S.Elena , ha dato ampio avvio alla sua leggenda che già aveva iniziato a farsi strada, come scriverà Chateaubriand, > nel momento stesso della sua caduta <.
Sarebbe interessante studiare le singole motivazioni che animano ogni renactor a continuare a riproporre ogni anno, nelle stesse località, la stessa battaglia, ripercorrendo la stessa storia e ubbidendo agli stessi schemi e ordini.
Certo è che chi sceglie di impersonare un soldato napoleonico pensa di incarnare il mito dell’Eroe, che corrisponde al bene, al vero e propone aspirazioni culturalmente valide.
Penso incarni un mito che è anche un archetipo, visto come un modello profondo della psiche umana che resta valido per tutta la vita. Ma perchè questo mito abbia una forte influenza sull’ individuo – come riporta la psicologa americana Carol S. Pearson > occorre che ci sia un duplicato o un rafforzamento esteriore, un evento della vita personale oppure storie tramandate dalla cultura a cui appartiene l’individuo che lo attivino ( da “ The Hero Within “ , Harper & Row Publishers, San Francisco, 1989 ) <.
L’archetipo dell’Eroe napoleonico, messaggero di un nuovo sistema politico per i popoli dell’Europa dei sovrani tiranni, rappresenta la competizione e il trionfo del guerriero che, nella nostra cultura è stato d’uso esclusivo degli uomini e che incarna altresì una fortissima componente virile, di superiorità rispetto agli altri.
Il sentirsi tale, per chi veste i panni di un simile eroe, è anche far parte, come ho già riferito sopra, di un mito di élite, fondato sulla nozione che alcune persone sono più fortunate mentre altre servono solo allo scopo e vengono sacrificate per una buona causa.

La Living History napoleonica

Emblematica in questi gruppi di ricostruzione è la vivificazione attuale di significati emotivi in merito ad alcuni simboli chiave, come la figura dello stesso Napoleone o le bandiere imperiali che proclamano una precisa identità trasposta nel futuro, riflettendo, nell’osservatore attento e più sensibile, il pensiero, la cultura e il mito della Francia vincente del periodo napoleonico.
Ma quale insegnamento si può trarre antropologicamente dallo studio dell’invenzione della living history napoleonica ? In primis, i dati raccolti fanno presupporre che la si possa considerare in tutta Europa un fenomeno abbastanza importante, basti pensare che nella ricostruzione della battaglia di Austerlitz, nell’attuale Slovacchia, rievocata sul posto nel dicembre 2005, hanno partecipato 5000 persone in costume per due intere giornate, 200 cavalli e una trentina di cannoni, davanti ad un pubblico infreddolito di 3 volte superiore.


Un fenomeno in ascesa, indicatore di sintomi importanti che non vanno trascurati. Penso occorra non scindere lo studio delle performances di una ricostruzione storica da quello storico, psicologico, sociologico e antropologico, perché ogni fenomeno umano ha bisogno di venir letto da tutte le scienze umane per venir compreso nella sua totalità.

giovedì 18 giugno 2009


Mitica la ricostruzione di Austerlitz del 2005...
come i migliori veterani, posso dire " IO C'ERO ! "

Benvenuti sul mio blog...dedicato


Benvenuti a tutti quanti,
spero di trovarvi numerosi e interessati alla vita, vicende, vicissitudini
dell'immortale Empereur !
Merci a voux !