Emblematica in questi gruppi di ricostruzione è la vivificazione attuale di significati emotivi in merito ad alcuni simboli chiave, come la figura dello stesso Napoleone o le bandiere imperiali che proclamano una precisa identità trasposta nel futuro, riflettendo, nell’osservatore attento e più sensibile, il pensiero, la cultura e il mito della Francia vincente del periodo napoleonico.
Ma quale insegnamento si può trarre antropologicamente dallo studio dell’invenzione della living history napoleonica ? In primis, i dati raccolti fanno presupporre che la si possa considerare in tutta Europa un fenomeno abbastanza importante, basti pensare che nella ricostruzione della battaglia di Austerlitz, nell’attuale Slovacchia, rievocata sul posto nel dicembre 2005, hanno partecipato 5000 persone in costume per due intere giornate, 200 cavalli e una trentina di cannoni, davanti ad un pubblico infreddolito di 3 volte superiore.
Un fenomeno in ascesa, indicatore di sintomi importanti che non vanno trascurati. Penso occorra non scindere lo studio delle performances di una ricostruzione storica da quello storico, psicologico, sociologico e antropologico, perché ogni fenomeno umano ha bisogno di venir letto da tutte le scienze umane per venir compreso nella sua totalità.
venerdì 14 agosto 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento