sabato 15 agosto 2009

Visita a Brera nel segno del suo ideatore

COME IL LOUVRE - L'idea della Pinacoteca di Brera era la stes­sa del Louvre: fare della cultu­ra e della bellezza un patrimo­nio di tutti e non più solo un privilegio per pochi ricchi e no­bili. I musei, come l'istruzione, erano un diritto dei cittadini e, nel segno dell’égalité rivoluzio­naria ogni regno conquistato da Napoleone, doveva avere il suo museo pubblico nel quale confluivano soprattutto le spo­liazioni provenienti dalle istitu­zioni ecclesiastiche che l'impe­ratore sopprimeva in nome di quella laicità che è ancora oggi un valore profondo in Francia. Fu così che centinaia di di­pinti giunsero a Brera, soprat­tutto pale d'altare come quella dipinta da Piero della France­sca con Federico da Montefel­tro inginocchiato davanti alla Vergine in trono, requisita alla chiesa di San Bernardino di Ur­bino. Il viceré d'Italia, Eugenio de Beauharnais, figlio di Giuseppi­na, prima moglie di Napoleo­ne, aveva intanto provveduto a celebrare il sovrano con l'or­dinazione di una enorme scul­tura, la replica in bronzo di quella scolpita nel marmo dal più grande scultore del tempo, Antonio Canova, inviata a Pari­gi. Quella statua, una sfida all'arte greca, in cui Napoleone è ritratto nudo come Marte paci­ficatore, splendido e atletico quale non era nella realtà, arri­vò solo nel 1812 e si trova ora nel cortile d'onore della Pinaco­teca. Chi arrivò in tempo per l'inaugurazione della Pinacote­ca fu invece il calco in gesso servito come modello per la fu­sione: quel grande nudo, di una bellezza imbarazzante, fu collocato dentro il museo do­ve, dopo il restauro, ha ritrova­to posto lo scorso 5 maggio (giorno della morte di Napoleo­ne). È dunque lui, il piccolo gran­de corso, il personaggio attor­no cui ruota la festa di Ferrago­sto programmata dalla direzio­ne del museo: una intera gior­nata a ingresso gratuito che coinvolge anche l'orto botani­co e il museo astronomico e ve­de, nelle ore centrali della gior­nata la proiezione di due film, «Napoléon» girato nel 1927 da Abel Gance e «N - Io e Napoleo­ne» di Paolo Virzì con Daniel Auteuil e Monica Bellucci.

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